Štěpán Zavřel, artista d’aria e pietra, che guardava sempre al cielo come un antico pellegrino guidato dalle stelle, cercava e trasformava la roccia, lasciando le tracce di questo esodo dell’esistenza in ogni sua opera: facendovi trascorrere la sua fede. Qui ritroviamo una parte del lavoro di un artista che riunisce nell’illustrazione il suo stile di riferimento, che ne scopre i momenti come se fossero strati geografici. È un piccolo percorso attraverso i suoi sedimenti, i suoi colori, i suoi materiali, le sue idee e i suoi sogni.
Colline o paesaggi disegnati con successioni di colori e forme, scie di geometrie chimeriche, palazzi leggeri; i suoi riflessi si ritrovano in ogni sovrapposizione di materiali grassi e acquosi, a delineare una forma in modo fantastico.
Questo angolo di Sarmede diventa così la mappatura metafisica di un artista, la sua topologia o morfologia. Legno, sabbia, terra, memoria, finzione, colore, idee, filosofia. Una plastica, una poetica, un’accumulazione di strati, che ci ricorda la natura di cui sono fatti gli artisti: aria e roccia, proprio come si formano le montagne.
Testo di Gabriel Pacheco