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Memoria e Materiale

Dai due maestri italiani dell’animazione ritagliata, Gianini e Luzzati, Štĕpán Zavřel apprende l’elementarità dei movimenti delle braccia e delle gambe, snodabili, e della testa nelle quattro posizioni canoniche: quella frontale, le due di profilo e quella speciale, romantica, bizzarramente anti-prospettica, col viso ruotato verso l’alto. Apprende a semplificare al massimo la resa grafica dei volti: due grandi occhi da Santo bizantino, un dritto tratto verticale per naso, un unico segno morbido orizzontale per bocca (…).
Quanto alla composizione delle sue visioni, sistematicamente a-prospettica, il riferimento più evidente va alle miniature romaniche e alla verticalità bizantina. Le immagini orizzontali, in genere doppie pagine, servono per presentare gli ambienti. Viceversa, quelle a pagina singola, intese come fasi interlocutorie narrative, obbediscono quasi sempre ad un totale appiattimento, sdegnoso della profondità spaziale, da impaginazione pre-gotica. L’immagine si presenta di preferenza con una ideale divisione a metà, dove in alto sta il più lontano e in basso il più vicino; in una metà domina il personaggio e nell’altra l’ambiente (…).
I temi preferiti da Štěpán Zavřel restano regolarmente la fratellanza, l’amicizia, l’amore per la natura e il rispetto per l’ambiente (…). E su tutto aleggia una speciale mistica della povertà materiale, intesa quasi sinonimo di ricchezza spirituale.

Testo di Ferruccio Giromini